Rottamazione cartelle esattoriali. Il 31 ottobre ultimo giorno utile per ripianare i propri debiti con il Fisco in via agevolata.
A spiegare i dettagli è Michele Di Fiore, Presidente della Camera degli Avvocati Tributaristi di Napoli.
Ultima chiamata per i contribuenti che hanno aderito alla cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali, il provvedimento introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 e che riguarda le tasche di molti cittadini italiani.
Il Presidente della Camera degli Avvocati Tributaristi di Napoli, Michele Di Fiore, ricorda che in questo mese di ottobre cade un’importante scadenza: “martedì 31 ottobre 2023 – spiega – è l’ultimo giorno utile per il versamento in via agevolata delle somme dovute all’Agenzia delle Entrate Riscossione – AdR, più nota come Equitalia, per le cartelle di pagamento emesse tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022 per le quali sia stata presentata domanda entro il 30 giugno scorso, con la possibilità di pagare soltanto il tributo e ottenendo l’azzeramento delle sanzioni, degli interessi moratori, degli interessi in cartella. Tutte somme accessorie che possono superare il 100% del tributo”.
Avvocato Di Fiore, un’occasione da non perdere.
Con la rottamazione, il contribuente ha non solo la possibilità di estinguere in via agevolata i propri debiti tributari e contributivi, affidati all’Agenzia delle Entrate Riscossione, più nota come Equitalia, ma anche di usufruire di altri vantaggi. In particolare, quello di ottenere la sospensione delle eventuali procedure esecutive in corso, di non avere più debiti scaduti a suo carico, godendo così della regolarità fiscale che consente di riscuotere i propri crediti presso la Pubblica Amministrazione, altrimenti bloccati.
Come funziona il provvedimento?
La procedura introdotta dall’Agenzia è stata snella e semplice. Per aderire, i contribuenti hanno dovuto presentare una domanda attraverso il portale e l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha comunicato loro l’importo da pagare. Per il completamento della procedura, ed arriviamo così alla data di scadenza di nostro interesse, chi intende effettivamente aderire – come manifestato con la domanda di rottamazione – deve versare entro il prossimo 31 ottobre la somma dovuta in unica soluzione, oppure la prima rata, pari al 10% del totale del debito, nel caso abbia chiesto la dilazione di pagamento. In quest’ultimo caso il numero massimo è di 18 rate.
E se la rata non viene pagata?
Nel caso il contribuente non intenda più aderire alla definizione agevolata per la quale aveva presentato la domanda, è sufficiente che egli non versi l’importo richiesto. In tal caso, le somme iscritte a ruolo sono dovute per intero e le esecuzioni – sospese – riprendono il loro corso.
Come giudica provvedimenti di questo tipo?
Il provvedimento di definizione agevolata fa parte di una serie di istituti racchiusi tutti sotto la definizione di “tregua fiscale”. L’auspicio mio e degli avvocati tributaristi che fanno parte della Camera degli Avvocati Tributaristi di Napoli è che, a seguito di una stagione di “tregua”, possa iniziare un periodo lungo e duraturo di cooperazione tra l’Amministrazione Finanziaria ed i contribuenti per arrivare, attraverso strumenti di prossima introduzione con la riforma tributaria, quali il concordato preventivo, l’adempimento collaborativo, la riduzione delle sanzioni, ad una giusta imposizione, non vessatoria e non squilibrata a carico di chi vuole versare le imposte corrispondenti alla sua reale capacità contributiva ed a vantaggio di chi – deliberatamente – pur avendone la possibilità non vuole contribuire alle spese pubbliche dello Stato.